L'intelligenza artificiale: verso un oligopolio tecnologico?
In Europa abbiamo il Legaly ACT, GDPR, LPD, Data Act, strumenti legali che cercano di tutelarci. Non bastano perché in Americo verso la fine degli anni 90 con la crisi delle dot-com, Clinton siglò la Communications Decency Act che nella sezione 230 scuda le aziende internet dalla responsabilità rispetto ai loro contenuti. Questo è ancora il vincolo più grande che Trump voleva far saltare ed invece hanno fatto saltare Trump. Questo è il vincolo per il quale queste aziende non sono responsabili dei contenuti che propongono: se Facebook fa vedere in streaming un ragazzo che si suicida non è responsabile di niente non c'è una responsabilità sociale; se escono delle Fake News non è responsabile. Alcuni contenuti magari spariscono in un giorno altri in 3 mesi.
Occorre capire se questa autonomia è compatibile con la società in cui viviamo visto l'alto grado di pervasività.
Per i nati negli anni 70 il sogno era il motorino e non lo smartphone come oggi; le esigenze sono cambiate. Quel motorino altro non era che il Ciao a Pedali che se pedalavi forte arrivava a 42 km/h in discesa e con il vento a favore. Mettendo mano al motorino si arrivava persino ai 45 km/h un mostro tecnologico dell'epoca ma questo motorino arrivava all'età di 14 anni, non era una moto 600. Adesso invece lo smartphone è il primo giocattolo uguale per adulti e ragazzi e questo ci deve far pensare. Quindi non solo lo strapotere delle piattaforme ma anche l'assenza del potere degli adulti. L'adulto che non conosce nega; l'adulto che non conosce vieta, l'adulto che non conosce viene superato dall'inerosabile evoluzione. Se nell'epoca della rivoluzione industriale era innovativo vedere un'auto in un ritrovo di calessi, dopo pochi anni è diventato il calesse ad essere rimasto l'unico in una raduno di auto.
Se alle elementari disegnavamo tutti funghi rossi con i pallini bianchi ecco che arriva la realtà: la Amanita Muscaria è un fungo velenoso.
Ecco che se io ho passato tutta le elementari a guardare filmati su YouTube e nessuno mi ha detto che facendo quella cosa ci si muore perché non ho avuto un adulto significativo abbiamo quindi una seconda faccia del problema: oltre al problema tecnologico globale avere anche una cittadinanza attiva.
E' una cosa dove per ora abbiamo fallito che ci ha portato dalle primavere arabe a Capitol Hill ed è anche vero che ci sono gli adulti che hanno delegato e si sono sottratti ad un compito educativo. Se da genitore vado a scuola per comprendere la differenza tra livelli A e livelli B e vengono esposte delle presentazioni in Powerpoint con immagini sovrapposte ai testi, presentazioni non avviate in modalità tutto schermo, incapacità di avviare un proiettore e smartboard, capite bene che siamo ben al di sotto di uno studente che vive la sua vita in una realtà virtuale. Come possiamo noi, ignoranti tecnologici, pretendere dalle nuove generazioni un uso consapevole dell'artefatto tecnologico che è il loro compagno di vita? Perché intendiamoci bene, lo smartphone sta alle giovani generazioni come la penna bic stava a noi. Ma se nessuno ci dice che con la bic ci si scrive e non si usa come nel film Nikita bhè il rischio in un uso improprio è davvero elevato.
Da genitori vediamo spesso scene in cui i figli "rimbecilliscono" su Youtube. Poi ci sono genitori che limitano, conoscono e si appassionano dello strumento per conoscerlo ed educare ed altri che invece lo usano come "calmante" per il quieto vivere senza sapere che magari il figlio nel frattempo è entrato in contatto con fenomeni come la Blue Whale o altro.
Ci deve essere quindi una azione culturale globale che ci permetta di riprendere in mano le redini che stiam un po' perdendo sia culturalmente che tecnologicamente rischiando di tornare ad un potere centralizzato gestito da pochi eletti. Dobbiamo quindi riflettere a livello di singolo, di comunità, di politica per intraprendere azioni importanti e guidare invece di lasciarsi guidare dall'avvento di questi artefatti tecnologici innovativi.